Tre anni or sono me ne andai con un amico in un negozio
di strumenti musicali fuori città. La visita serviva a provare ed eventualmente acquistare
un pick up per chitarra acustica: in effetti il pick up me lo portai a casa, ma
passai almeno mezz'ora a suonare e coccolare una bella chitarra folk della
Yamaha, serie L, che mi stupì per l’eccezionale rapporto qualità / prezzo.
Ne fummo tanto colpiti, io e l’amico, che alcuni mesi
dopo quando lui si sposò accolse con grande gioia il regalo che gli facemmo in
gruppo, quello stesso modello Yamaha che avevo poi fatto mandare a prendere dal
mio chitarraio di fiducia.
Un paio di settimane fa, spulciando tra gli annunci di un
sito molto frequentato, vedo in vendita una chitarra Yamaha della serie L, ad
un prezzo assai interessante.
Contattato il proprietario, mi accordo per un incontro.
Abita ad una trentina di chilometri da Reggio, nessun problema a trovare il
luogo dell’appuntamento.
Lo strumento è praticamente nuovo, i legni non presentano
un solo segno.
Ottima chitarra, riconosco il manico ben fatto e la sento
già mia. Mi sembra d’averla sempre suonata.
Nei cinque minuti di chiacchiere post-affare concluso,
chiedo al gentilissimo ragazzo dove l’ha comprata.
“L’ho presa a C., nel negozio di Tizio”.
“Ma dai. Lo conosco. Scusa, ma quando l’hai acquistata?”
“Boh, circa tre anni fa. Due e mezzo, mi pare…”
Insomma. E’ la stessa chitarra che avevo provato io. La
prima “serie L” che abbia mai suonato.
E’ tornata da me, per appartenermi.
Magari è sciocco, però la cosa mi ha colpito.
Ovviamente si tratta di un puro caso, ma in realtà da
tempo cercavo quello strumento, e diverse volte ho rinunciato in extremis ad
altri acquisti, diversi, per continuare ad aspettare.
Insomma, quando ci penso mi viene da sorridere in modo un
po’ ebete, come davanti ad un enigma incomprensibile… e mi torna in mente un
sacco di musica misticheggiante, tipo questa:
Del resto il titolo di questo fantastico disco è The
cycle is complete, come volevasi dimostrare.
Nam myoho renge kyo!